LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 30
 
originale
 
[30] 'Pisces' inquit 'quaeris'. nolo negare. sed, oro te, qui pisces quaerit, magus est? equidem non magis arbitror quam si lepores quaererem uel apros uel altilia. an soli pisces habent aliquit occultum aliis, sed magis cognitum? hoc si scis quid sit, magus es profecto; sin nescis, confitearis necesse est id te accusare quod nescis. tam rudis uos esse omnium litterarum, omnium denique uulgi fabularum, ut ne fingere quidem possitis ista uerisimiliter? quid enim competit ad amoris ardorem accendendum piscis brutus et frigidus aut omnino res pelago quaesita? nisi forte hoc uos ad mendacium induxit, quod Venus dicitur pelago exorta. audi sis, Tannoni Pudens, quam multa nescieris, qui de piscibus argumentum magiae recepisti. at si Virgilium legisses, profecto scisses alia quaeri ad hanc rem solere; ille enim, quantum scio, enumerat uittas mollis et uerbenas pinguis et tura mascula et licia discolora, praeterea laurum fragilem, limum durabilem, ceram liquabilem, nec minus quae iam in opere serio scripsit: falcibus et messae ad lunam quaeruntur aenis pubentes herbae nigri cum lacte ueneni. quaeritur et nascentis equi de fronte reuulsus et matri praereptus amor. at tu piscium insimulator longe diuersa instrumenta magis attribuis, non frontibus teneris detergenda, sed dorsis squalentibus excidenda, nec fundo reuellenda, sed profundo extrahenda, nec falcibus metenda, sed hamis inuncanda. postremo in maleficio ille uenenum nominat, tu pulmentum, ille herbas et surculos, tu squamas et ossa, ille pratum decerpit, tu fluctum scrutaris. memorassem tibi etiam Theocriti paria et alia Homeri et Orphei plurima, et ex comoediis et tragoediis Graecis et ex historiis multa repetissem, ni te dudum animaduertissem Graecam Pudentillae epistulam legere nequiuisse. igitur unum etiam poetam Latinum attingam, uersus ipsos, quos agnoscent qui Laeuium legere: philtra omnia undique eruunt: antipathes illud quaeritur, trochiscili, ung[u]es, taeniae, radiculae, herbae, surculi, saurae inlices bicodulae, hinnientium dulcedines.
 
traduzione
 
?Tu cerchi, dice, dei pesci?. Non voglio negarlo. Ma, di grazia, chi cerca un pesce ? un mago? Non pi?, credo, che se cercasse lepri o cignali o pollame. Oppure i soli pesci hanno qualcosa di occulto agli altri e noto soltanto ai maghi? Se tu sai che cosa sia, sei certamente mago; se non lo sai, devi confessare che mi accusi di ci? che non sai. Ma come essere cos? ignoranti di ogni opera letteraria e perfino di ogni favoletta popolare, da non poter mettere insieme delle fandonie verosimili? Come mai pu? servire ad accendere fiamma di amore un freddo pesce o qualunque altra sostanza tratta dal mare? A meno che non vi abbia indotto a mentire la leggenda di Venere nata dai flutti marini. Stai a sentire, Tannonio Pudente, che grande ignorantone sei tu che hai raccolto una prova di magia a proposito dei pesci. Se tu avessi letto Virgilio per certo avresti appreso che a fare stregoneria occorrono altre cose. Egli infatti, per quanto io so, enumera bende delicate, grasse verbene, maschio incenso, fili di diverso colore e inoltre l'alloro crepitante, l'argilla che indurisce, la cera che si fonde: senza contare ci? che egli menziona nell'opera grande: Con falci di bronzo si raccolgono al lume di luna le erbe mature stillanti un succo di nero veleno: si cerca dalla fronte di un puledro neonato l'ippomane strappato alla madre. Ma tu, l'accusatore di pesci, attribuisci ai maghi ben altri strumenti che bisogner? non detergere dalle tenere fronti ma staccare dai dorsi squamosi, n? divellere dal campo ma estrarre dal fondo del mare, n? mietere con le falci ma uncinare con gli ami. Infine, Virgilio, in quella magica fattura, nomina il veleno, tu una pietanza, egli erbe e ramicelli, tu squame e lische, egli spoglia il prato, tu frughi il mare. Potrei citare anche passi analoghi di Teocrito, altri di Omero, altri numerosissimi di Orfeo: e molti tratti dalle commedie e dalle tragedie greche e dalle storie, se non avessi notato che non hai saputo leggere una lettera di Pudentilla in lingua greca. Citer? un solo poeta latino, i cui versi riconosceranno i lettori di Levio: Estraggono da per tutto filtri, cercano l'antipate, rotelle, unghie, bende, radichette, erbe, sorcoli, lucertole adescatrici a due code, dolcezze di annitrenti cavalle.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons